Adidas Scarpe 2018
Sconto Adidas Scarpe 2018 - Trova grandi offerte in vendita. Scopri la nostra vasta gamma.
Peter Dundas è il nuovo direttore creativo del brand di moda Roberto Cavalli, Dundas è uno stilista norvegese ed è stato nominato adidas scarpe 2018 giovedì 19 marzo da Clessidra, il fondo guidato da Claudio Sposito, che all’inizio del marzo 2015 ha acquistato il 90% della casa di moda fiorentina, attribuendole un valore di 400 milioni di euro, Dundas di fatto sostituirà alla guida creativa del marchio il fondatore Roberto Cavalli e la moglie Eva Cavalli, che insieme hanno disegnato le collezioni fino a quella femminile per l’autunno/inverno 2015-16, presentata in passerella lo scorso 28 febbraio a Milano..
La Roberto Cavalli S.p.A, è stata fondata nel 1970 dallo stilista Roberto Cavalli, che dopo gli studi all’Istituto d’Arte di Firenze si dedicò alla pittura dei tessuti e brevettò una tecnica per la stampa su pelle, cominciando a creare patchwork di colori e tessuti, inizialmente utilizzati anche da Hermès e Pierre Cardin e che sono diventati poi il suo segno distintivo, Agli inizi degli adidas scarpe 2018 anni Settanta cominciò far a sfilare le sue collezioni a Firenze, per poi trasferirle all’interno di Milano Collezioni, Dopo il matrimonio con Eva Maria Düringer nel 1980 e un lungo periodo di minore impegno nel lavoro, nel 1994 Cavalli rilanciò l’azienda con una sfilata a Milano e nel 1998 creò la linea Just Cavalli per un pubblico più giovane: verso la fine degli anni Novanta il marchio era distribuito in 36 nazioni in tutto il mondo, A caratterizzare lo stile di Cavalli, e renderlo più familiare e riconoscibile di quelli di altri brand di moda, sono il denim stampato, i broccati, la pelle e le stampe “animalier”, che hanno ottenuto grande popolarità e successo, e sono venduti oggi in 190 negozi monomarca in tutto il mondo, divisi tra le diverse linee del brand (Roberto Cavalli, Just Cavalli, Cavalli Class, Roberto Cavalli Junior e nel segmento “hospitality” anche Cavalli Caffè e Cavalli Club), L’azienda, inoltre, ha chiuso il 2014 con un fatturato netto di 209,4 milioni di euro con un incremento del 4,2% rispetto all’anno precedente..
Nonostante la buona salute dell’azienda, Roberto Cavalli aveva deciso di metterla in vendita all’inizio del 2014 e durante lo scorso anno in molti si erano interessati al gruppo: per primo il fondo di private equity Permira, con il quale Cavalli non ha trovato un’intesa sul prezzo, poi la società Investcorp con base in Barhein, che ha respinto l’accordo adidas scarpe 2018 e infine VTB Capital, il dipartimento finanziario dell’istituto di credito russo VTB Bank, che secondo quanto ha riportato il Wall Street Journal verso la fine di novembre dello scorso anno, si è ritirato dalle trattative perché ha considerato eccessiva la valutazione economica fatta dall’azienda, Così da dicembre sono iniziate le trattative con il fondo Clessidra, che a fine marzo ha acquistato quasi la totalità della Roberto Cavalli S.p.A, L’acquisizione sarà completata ad aprile, ma nel frattempo i nuovi proprietari hanno già scelto Francesco Trapani, attuale vicepresidente di Clessidra, come nuovo presidente del marchio mentre sul prodotto hanno appunto nominato Peter Dundas direttore creativo..
Peter Dundas infatti aveva già lavorato nell’azienda con Roberto ed Eva Cavalli dal 2002 al 2005. Dundas è di Oslo e si è diplomato alla Parsons School of Design di New York, per trasferirsi poi a Parigi verso la fine degli anni Novanta, dove ha iniziato a lavorare prima da Jean Paul Gaultier e poi da Christian Lacroix. Dopo il periodo con Roberto Cavalli, nel 2006 è stato nominato direttore artistico di Emanuel Ungaro, poi della maison francese di pellicceria Revillon, e poi nel 2008 di Emilio Pucci, la maison fiorentina di proprietà del gruppo Lvmh per la quale ha disegnato le collezioni fino allo scorso febbraio: ora è stato sostituito dall’italiano Massimo Giorgetti. Da Pucci, Dundas ha condotto un’operazione di ridefinizione dell’estetica della storica casa di moda, reinterpretando le celebri stampe e rinnovando il profilo della sua clientela. Dundas è noto anche per il suo stretto rapporto con molte celebrities tra cui Kylie Minogue, Rihanna e Blake Lively, e con le ereditiere Eugénie Niarchos e Julia Restoin-Roitfeld.
Clessidra lo ha scelto, oltre che per la vicinanza stilistica al gusto Cavalli e la precedente esperienza con il fondatore, anche e soprattutto per rilanciare l’immagine del marchio, partendo proprio dalla personalità dello stilista, come era già avvenuto da Emilio Pucci e come s ta già succedendo, ad esempio, da Saint Laurent con l’arrivo di Hedi Slimane nel 2012, Per quanto riguarda Roberto Cavalli, non è ancora chiaro se avrà un ruolo, tanto meno quale, nel futuro dell’azienda. Si pensa a quello di socio fondatore; lui ha detto, adidas scarpe 2018 alla fine dell’ultima sfilata milanese, al Sole 24 Ore: «ancora non lo so, ma spero di potermi riposare, Certo non mi ritiro: sono un vulcano»..
Dal 2010 gli articoli del Post sono sempre stati gratuiti e accessibili a tutti, e lo resteranno: perché ogni lettore in più è una persona che sa delle cose in più, e migliora il mondo. E dal 2010 il Post ha fatto molte cose ma vuole farne ancora, e di nuove. Puoi darci una mano abbonandoti ai servizi tutti per te del Post. Per cominciare: la famosa newsletter quotidiana, il sito senza banner pubblicitari, la libertà di commentare gli articoli. È un modo per aiutare, è un modo per avere ancora di più dal Post. È un modo per esserci, quando ci si conta.
No, spiega il New York Times, che però nota come i direttori dei giornali di moda non vogliano rischiare di esporsi sulle critiche alle famiglie gay di Stefano Gabbana, grande inserzionista In tre anni con il nuovo direttore creativo Hedi Slimane il leggendario brand di moda ha raddoppiato i suoi ricavi (e perduto il suo "Yves") Il New Yorker racconta gli arditi progetti e gli aneddoti della società tedesca che fa le scarpe celebri per quanto adidas scarpe 2018 sono comode e quanto sono brutte.
La maggior parte delle persone associa i sandali Birkenstock ai turisti tedeschi o a certe “controculture” statunitensi, ma l’azienda tedesca che li produce ha una storia che comincia molto più indietro nel tempo: la racconta Rebecca Mead sul New Yorker, spiegando che già nel 1774 i registri della parrocchia di Langen-Bergheim, una cittadina vicina a Francoforte sul Meno, riportavano il nome di un certo Johann Adam Birkenstock che di mestiere faceva il calzolaio, Alla fine del diciannovesimo secolo, un discendente di Johann Adam chiamato Konrad aprì due negozi di calzature a Francoforte: al tempo le suole delle scarpe erano tipicamente piatte, mentre l’idea innovativa di Konrad fu di creare un plantare sagomato che avvolgesse e supportasse il piede, All’inizio del ventesimo secolo, con adidas scarpe 2018 la produzione di scarpe che diventava sempre più industrializzata, Konrad sviluppò delle solette di gomma flessibile che potessero essere inserite all’interno di qualsiasi calzatura commerciale per creare un confortevole Fussbett, letteralmente un “letto per il piede”, Questa immagine ha accompagnato l’azienda nel corso della sua evoluzione: le prime scatole di Birkenstock, infatti, avevano all’esterno il disegno del piede di un gigante poggiato su un letto e ancora oggi il plantare sagomato del marchio si chiama internazionalmente “ Soft Footbed “..