Puma X Buffalo
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Come sempre, il finale di stagione regala sempre prodotti dai toni accesi e colori “caldi”, Dopo il Blue Blast presentato a fine gennaio, adidas Football lancia TurboCharge la nuova colorazione per tutte le versioni di scarpe da calcio e calcetto, La nuova collezione è prevista per tutti gli scarpini puma x buffalo della scuderia, ACE17, X16, MESSI e COPA, La collezione gioca con le tonalità del verde per ACE ed X, mentre abbiamo base nera su COPA ed un color “rame” più metallizzato sui prodotti legati al silo MESSI..
Le caratteristiche tecniche degli scarpini sono le medesime per tutti e 4 i silo della casa tedesca, ACE17 è la linea aggiornata più di recente e rappresenta al meglio il concetto “From Stadium to Street”, ACE17+ PureControl è disponibile con suola FG e TF e coniuga la tecnologia boost a quella laceless, ACE17+ Street si differenzia innanzitutto per il colore (grigio puma x buffalo con inserti bianchi) ed un look adatto a indossarle in ogni occasione, La tomaia in Primemesh regala una calzata avvolgente e si unisce all’intersuola boost per un comfort assicurato..
Le specifiche di puma x buffalo X16+ PureChaos restano le stesse, così come per COPA e MESSI, Ma se X si allinea per tonalità e colori a ACE, COPA e MESSI vanno braccetto invertendo le basi colore delle due tomaie, Infatti lo scarpino in pelle di adidas ha base nera e le tre strisce iconiche marroni, ideali per chi preferisce uno scarpino tradizionale. Si presenta con questo colore metallico che ricorda il rame la nuova MESSI PureAgility, completata dalla calza in techfit nera e strisce ed inserti sempre di colore nero, Tomaia in AgilityKnit e suola traction ottima anche su terreni leggermente bagnati..
Quel giorno, negli spogliatoi dello Stadion De Meer, chi stava indossando magliette e scarpini non aveva particolari pensieri che gli frullavano in testa, se non quelli di chi si preparava a novanta minuti fatti di corsa, calci e qualche malizia di troppo. Le pareti di quello spoglio stanzone, più simili a uno sgabuzzino che agli scintillanti privé dei giorni nostri, erano all’apparenza permeate soltanto di una tensione unica ma ben riconoscibile, uno strano misto tra desiderio e timore, che fa capolino ogni qual volta si trovano di fronte due grandi squadre, due grandi rivali.
Ma quella domenica, dalle parti di Amsterdam, si percepiva forse un’atmosfera diversa da quella che solitamente accompagna una semplice partita di pallone, Nell’aria c’era qualcosa, molto probabilmente qualcuno lo intuiva, ma certamente nessuno ne immaginava la portata, Era un’inarrestabile ventata di novità, ribellione e gioventù, che aspettava solo di esplodere in faccia al mondo e cancellare per sempre un’intera epoca, Quel 30 ottobre 1970, all’apparenza, l’unico motivo d’interesse in città era nello scontro tra 22 maglie biancorosse, addosso ai padroni dell’ Ajax e agli ospiti del PSV, Due nomi tradizionalmente sinonimo di calcio nei Paesi Bassi, ma in quei mesi messi all’angolo dall’altra grande del voetbal olandese − curiosamente, anch’essa tinta di biancorosso —, il Feyenoord che aveva appena portato il regno della regina Giuliana per la prima volta sul tetto puma x buffalo d’Europa, sollevando a Milano la coppa più ambita, quella dei Campioni..
Tutte le attenzioni degli appassionati olandesi e non, in quello scorcio finale dell’anno, dovrebbero ancora essere per i ragazzi di Ernst Happel. Eppure, già da tempo lo sguardo di chi aveva visto più lungo degli altri, anziché a Rotterdam volgeva alla “Venezia del Nord”. Sulla panchina dei lancieri sedeva da qualche anno Rinus Michels, bandiera ajacide forgiata vent’anni addietro dagli insegnamenti di Jack Reynold. Quel vecchio trainer inglese, più volte alla guida dell’Aiax tra le due guerre, era stato un personaggio decisamente atipico per il calcio dell’epoca: quando i maestri della disciplina predicavano il mantra del sistema di Herbert Chapman — un carpet football, così lo chiamarono, decisamente attendista —, Reynold andava teorizzando qualcosa di ben più propositivo, ben più offensivo …
Allenamenti specifici per tattica puma x buffalo e forma fisica, miglioramento costante della tecnica individuale e collettiva, soprattutto il moloch dell’attacco come miglior difesa : idee che avevano fruttato ai lancieri i primi successi della loro storia, ma probabilmente ancora troppo estreme per la mentalità dell’epoca, per essere non solo accettate ma soprattutto apprezzate, Concetti che saranno ripresi a metà degli anni 60 proprio da Michels, il quale li estremizzerà ancor più fino a farne qualcosa di unico, di ipnotico, E di vincente, per quella piccola nazione che eccetto i fasti ormai stracciati di un lontano impero coloniale, mai aveva avuto un megafono tanto potente per gridare al mondo il suo nome..
Il Wunderteam austriaco degli anni 30, e la Squadra d’oro magiara del secondo dopoguerra, già avevano mostrato l’embrione di un calcio, semplicemente, mai visto prima, Ma è solo con l’Ajax che quel seme germoglierà e attecchirà nel cuore di appassionati puma x buffalo ed esteti, per non andarsene mai più, In quello scorcio finale di anni 60 i lancieri era già depositari di un nome, di una fama, che incuteva timore negli occhi degli avversari… ma per far sì che ciò rimanesse nella storia del calcio, non poteva bastare qualche titolo nazionale, Serviva qualcos’altro, per cambiare il corso degli eventi, Il corso della storia, quella con la esse minuscola e, incredibilmente, anche quella con la esse maiuscola, Quel qualcos’altro stava iniziando a maturare nei campetti d’allenamento degli ajacidi, tra i piedi di una generazione di campioni — Krol, Haan, Neeskens (e un imberbe Rep che scalpitava dal vivaio) — destinata a riempire le pagine sportive per il successivo decennio..