Vans Era 59

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Nel 2014 per motivi economici – le cose non andavano più molto bene per il brand – e di salute, Mandelli ha venduto Krizia Spa all’imprenditrice cinese Zhu Chongyun, che ne è diventata presidente e direttore creativo, Zhu Chongyun è a capo di una holding molto grande e molto forte in Cina nel settore dell’abbigliamento, Lo scorso 27 settembre, in occasione di Milano Moda Donna, è stata inaugurata la nuova boutique di Krizia in via della Spiga a Milano, ma la nuova collezione è stata presentata – Krizia non sfila più da vans era 59 qualche anno – senza troppo interesse da parte dei giornali, Tra i progetti di rilancio del marchio, che la stessa Chongyun ha detto di voler mantenere invariato sul piano stilistico, c’è l’apertura di nuove boutique in Cina e la riapertura di quelle italiane ed europee..

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Il crescente ruolo economico e creativo dei cinesi nella moda si è visto parecchio durante la settimana di sfilate in città Breve guida per profani al sistema delle sfilate nelle quattro capitali principali, e alla sua storia Comincia oggi a vans era 59 Firenze uno degli eventi di moda più importanti del mondo: cos'è, che storia ha, perché si chiama così e cos'ha di diverso dalle sfilate di Milano.

Borsalino è probabilmente la più famosa e apprezzata azienda di cappelli al mondo, tanto che oggi il nome indica direttamente il cappello – invernale, in feltro, con tesa di media larghezza – a cui deve il suo successo. Il Borsalino fa parte dell’immaginario cinematografico da quando lo indossò per la prima volta Humphrey Bogart in Casablanca, nel 1946, che lo trasformò nell’accessorio immancabile dell’uomo misterioso e affascinante. Da allora fu indossato da moltissimi altri: Harrison Ford in Indiana Jones, Marcello Mastroianni in 8 e mezzo (1963), Jean-Paul Belmondo e Alain Delon nel ruolo di due malavitosi marsigliesi nel film Borsalino (1970). L’azienda ha più di 160 anni e la sua storia è stata recentemente presentata in un documentario al Torino Film Festival, il festival del cinema di Torino.

Oggi Borsalino produce svariati modelli di cappelli, ma quello più famoso è sempre lo stesso, in feltro di pelo fine (di coniglio e lepre): per realizzarlo ci vogliono in media sette settimane e cinquanta passaggi produttivi, in cui si alternano interventi manuali e meccanici, Il processo produttivo del Borsalino in feltro, semplificato: Nel maggio di quest’anno, nonostante i buoni affari, Borsalino ha ottenuto presso il tribunale di Alessandria la concessione di concordato preventivo – che permette agli imprenditori in crisi o in stato di insolvenza di risanare l’azienda – per ristrutturare i debiti dovuti dalle pratiche finanziarie poco trasparenti di Marco Marenco, l’investitore astigiano che possedeva la quota di maggioranza di Borsalino, vans era 59 Marenco è stato arrestato per un fallimento di altre società nel settore del gas e dell’energia da 3,5 miliardi di euro ed è accusato di bancarotta fraudolenta ed evasione fiscale, Ora la gestione economica dell’azienda è stata affidata al finanziere svizzero Philippe Camperio, che al termine del concordato preventivo ne diventerà proprietario..

L’azienda Borsalino fu fondata nel 1857 ad Alessandria, in via Schiavina, da Giuseppe Borsalino: dopo aver lavorato per sette anni in un cappellificio a Parigi – e aver ottenuto la qualifica di Maestro Cappellaio – decise di aprirne uno suo con il fratello Lazzaro. Nel 1871 Borsalino aveva 130 dipendenti e una produzione giornaliera di 300 cappelli; negli anni Venti del Novecento arrivò alla cifra record di 2 milioni di pezzi l’anno. Dopo un lungo periodo di gestione familiare, nel 1979 l’azienda passò ad altri all’inizio degli anni Novanta quando venne acquistata da un gruppo di imprenditori di Asti. La produzione avviene ancora ad Alessandria e Borsalino, oltre a essere presente nelle boutique più esclusive e nei migliori grandi magazzini del lusso, ha nove punti vendita monomarca in Italia, uno a Parigi e uno a Cannes.

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Il produttore di cappelli italiano più famoso al mondo ha avviato le pratiche in tribunale per ristrutturare i suoi debiti, a causa della "cattiva finanza" e nonostante faccia buoni affari Belle foto di uno che è stato prima di tutto un grande attore, anche se noi vans era 59 ce lo ricordiamo di più per la sua fama di “bello e dannato” I suoi dipendenti non lavorano mai dopo le 5 e mezza, sono vietate le mail di lavoro serali, e la società ha investito moltissimo nel piccolo borgo umbro dove ha sede.



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